Il vulcano Hayli Gubbi, nella regione Afar dell’Etiopia, si è risvegliato dopo più di 10.000 anni di inattività.
Un evento davvero inatteso che ha rischiato di mandare in tilt mezzo mondo: il vulcano Hayli Gubb nella regione di Afar, in Etiopia, vicino al confine con l’Eritrea, è tornato improvvisamente attivo e ha eruttato, mandando nel caos non solo la popolazione civile, ma anche il traffico aereo nella zona. Durante l’eruzione, infatti, si è formata una colonna di cenere alta 14-15 km, che è stata trasportata dai venti in quota sul Mar Rosso, verso lo Yemen e l’Oman.

La coltre di fumo causata dal vulcano si è poi diretta verso il Pakistan e infine il nord dell’India: immagini satellitari e riprese diffuse sui social media hanno mostrato l’attività, mentre alcune persone nella regione di Afar hanno riferito di aver udito una forte esplosione al momento dell’eruzione. Siamo nella zona del Rift dell’Afar, dove tre placche tettoniche si incontrano e la crosta terrestre è in spaccatura.
Quali sono le conseguenze per la popolazione civile
Secondo gli esperti, l’eruzione sarebbe stata causata da una nuova risalita di magma, dal rilascio di gas e potenzialmente da un cedimento della crosta nel lago di lava collegato al sistema vulcanico di Erta Ale: una delle preoccupazioni è che all’eruzione possa seguire un terremoto, anche se al momento la situazione sembra tranquilla da questo punto di vista. Solitamente questo tipo di vulcano ha eruzioni più tranquille, ma può diventare esplosivo quando il magma interagisce con l’acqua o rilascia gas.

Quali sono dunque i rischi per la popolazione? Fortunatamente, non ci sono insediamenti abitativi nell’area immediatamente intorno al cratere, secondo le autorità etiopiche, e non risultano feriti. Allo stesso tempo però, ci sono possibili conseguenze economiche per la comunità agricola e si sta monitorando il livello di anidride solforosa e le ricadute di cenere, che non sembrano al momento dannose per i civili. Si invita comunque chi soffre di asma o bronchite a prendere precauzioni.
Che cosa è successo al traffico aereo dopo l’eruzione del vulcano
Proprio le ricadute di cenere non dovrebbero essere gravi per i centri abitati, ma possono rappresentare un rischio per il traffico aereo nella zona e oltre: Air India ha cancellato undici voli immediatamente dopo l’eruzione e questo servirà per effettuare controlli precauzionali sugli aerei che avevano sorvolato le aree potenzialmente interessate dalla cenere. Anche la compagnia low cost Akasa ha annullato diversi collegamenti verso città del Medio Oriente come Jeddah, Kuwait e Abu Dhabi.

La preoccupazione è che comunque la nube di cenere e fumo possa continua ad andare avanti, sospinta dai forti venti, causando ulteriori disagi al traffico aereo. Secondo il monitoraggio di Flightradar24, infatti, in queste ore continua il suo percorso e sta per raggiungere la Cina. Dunque, col passare delle ore, i disagi per il traffico aereo si vanno estendendo. In queste ore, la cenere dovrebbe lasciare i cieli indiani e si dovrebbe tornare alla normalità almeno in quel Paese.





